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La gabbia
G. Negri
Questo romanzo breve di Guglielmo Negri conferma la vocazione di forte narratore che tanti autorevoli critici avevano intuito nello scrittore già dalla sua “opera prima” Il risveglio.
La gabbia segna, altresì, la ricomparsa di un genere narrativo, il romanzo politico e parlamentare, che stranamente aveva subito una notevole eclissi nel nostro Paese.
Un raffinato racconto pieno di sapore, di intelligenza e di penetrazione morale introduce, da un lato, nel labirinto delta vita politica italiana del 1985, all'interno del grande dibattito tra i sostenitori delta repubblica presidenziale e quelli delta repubblica parlamentare; dall'altro, nel pieno di una lotta per un "destino europeo" dell’Italia in contrapposto ad una sua “missione mediterranea” di collegamento con i popoli arabi ed africani.
Due sono i personaggi che emergono in piena luce sullo sfondo drammatico della storia: un Presidente della Repubblica sanguigno, sognatore, sostanzialmente autocrate, cui si oppone un Presidente del Consiglio dei Ministri il quale assurge, improvvisamente, a fermezza e dignità di capo, in una fase di stallo delle forze politiche e parlamentari. Accanto a queste figure dotate di una rara carica di credibilità fiorisce una modernissima tematica politica in cui l'adesione sofferta ai problemi dell' epoca ricorda il Pirandello de I vecchi e i giovani.
La fredda presenza, nel 1985, delle nuove tecniche volte al governo e al controllo dei cittadini, nonché la minaccia della "dittatura elettronica" che il Negri preavverte, richiamano, nel racconto, presentimenti e ribellione con pagine degne di George Orwell.
Ma nel Negri permane, anzi felicemente si affina, quella sensibilità per la misura umana della politica che costituisce un mistero, nel mistero della vita, quale avevamo già percepito ne “Il risveglio”. E le pagine che chiudono il romanzo ci confermano che la narrativa italiana annovera, ora, uno scrittore civile e pensoso che turba e fa meditare, espressione della nostra "lunga marcia" verso la liberta.
G. Negri
La gabbia segna, altresì, la ricomparsa di un genere narrativo, il romanzo politico e parlamentare, che stranamente aveva subito una notevole eclissi nel nostro Paese.
Un raffinato racconto pieno di sapore, di intelligenza e di penetrazione morale introduce, da un lato, nel labirinto delta vita politica italiana del 1985, all'interno del grande dibattito tra i sostenitori delta repubblica presidenziale e quelli delta repubblica parlamentare; dall'altro, nel pieno di una lotta per un "destino europeo" dell’Italia in contrapposto ad una sua “missione mediterranea” di collegamento con i popoli arabi ed africani.
Due sono i personaggi che emergono in piena luce sullo sfondo drammatico della storia: un Presidente della Repubblica sanguigno, sognatore, sostanzialmente autocrate, cui si oppone un Presidente del Consiglio dei Ministri il quale assurge, improvvisamente, a fermezza e dignità di capo, in una fase di stallo delle forze politiche e parlamentari. Accanto a queste figure dotate di una rara carica di credibilità fiorisce una modernissima tematica politica in cui l'adesione sofferta ai problemi dell' epoca ricorda il Pirandello de I vecchi e i giovani.
La fredda presenza, nel 1985, delle nuove tecniche volte al governo e al controllo dei cittadini, nonché la minaccia della "dittatura elettronica" che il Negri preavverte, richiamano, nel racconto, presentimenti e ribellione con pagine degne di George Orwell.
Ma nel Negri permane, anzi felicemente si affina, quella sensibilità per la misura umana della politica che costituisce un mistero, nel mistero della vita, quale avevamo già percepito ne “Il risveglio”. E le pagine che chiudono il romanzo ci confermano che la narrativa italiana annovera, ora, uno scrittore civile e pensoso che turba e fa meditare, espressione della nostra "lunga marcia" verso la liberta.
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